Helicobacter pylori: di cosa stiamo parlando?
Helicobacter pylori è un batterio Gram negativo, flagellato ed acido-tollerante; il suo habitat ideale è il muco presente nello stomaco umano.
Il batterio deve soprattutto la sua sopravvivenza nello stomaco (pH compreso tra 1 e 2) alla capacità di produrre l’ureasi, enzima che libera ammoniaca e neutralizza l’effetto degli acidi gastrici.
Il focus dell’articolo è quello di considerare se la presenza del batterio H. pylori assuma sempre un significato negativo per la salute dell´uomo oppure se vi possa essere anche un significato positivo.
Cenni storici
La storia del batterio Helicobacter pylori è piuttosto affascinante.
Probabilmente gli esseri umani sono stati infettati dall’H. pylori da quando hanno lasciato l’Africa più di 58.000 anni fa, secondo un’analisi effettuata recentemente sulla sequenza genetica.
La scoperta di questo batterio avvenne alla fine del XX secolo.
Tuttavia, nel 1875, uno studioso tedesco aveva già scoperto alcuni batteri spiraliformi capaci di colonizzare la mucosa gastrica umana, ma visto che non si riuscì a farli crescere in coltura pura, il risultato fu presto ignorato e finì nel dimenticatoio.
Nel 1982 due medici australiani, Barry J. Marshall e J. Robin Warren, isolarono il batterio e iniziarono i primi seri studi sul ruolo di H. pylori in ambiente gastrico.
Dopodiché, nel successivo decennio si scoprì che le persone che ospitavano questi organismi avevano un rischio superiore di sviluppare ulcere peptiche e che, H. pylori, era capace di provocare l’inizio della forma più comune di tumore gastrico.
Dati epidemiologici
H. pylori è presente in circa il 50% della popolazione umana in tutto il mondo e i livelli di infezione possono raggiungere un tasso di oltre il 70% nei paesi in via di sviluppo.
Pertanto, oggi risulta chiara l’associazione tra infezione da H. pylori e lo sviluppo di una gastrite cronica attiva, di ulcera peptica, del carcinoma a cellule gastriche e del linfoma del tessuto linfoide associato alla mucosa (MALT).
Figura 2 – Prevalenza di Helicobacter pylori nel mondo
In effetti, il possibile meccanismo con cui il batterio causa il cancro sembra essere legato principalmente alla produzione di una tossina, chiamata in sigla “CagA“.
In altre parole, Helicobacter pylori non sembra invadere la mucosa gastrica, ma rilascia varie tossine che provocano un danno tissutale.
Tra queste ci sono la mucinasi, la fosfolipasi, la proteina A che attiva i neutrofili, la proteina 60 da shock termico, la proteina del gene A associata alla citotossina (CagA) e la citotossina A vacuolizzante (VacA).
La tossina CagA è secreta da H. pylori e in seguito traslocata nelle cellule epiteliali gastriche dove induce la produzione di IL-8.
La tossina VacA influisce come attivatore di infiammazione acuta mediata da IL-8. Oltre ai due fattori, CagA e VacA, responsabili della vasta infiammazione e danno dei tessuti, H. pylori può anche secernere l’ureasi, che funge da attivatore di cellule fagocitarie e di reazioni infiammatorie nell’ospite.
Un dato interessante è che non tutti i ceppi di H. pylori producono la tossina CagA: l’associazione con il cancro dello stomaco, comunque, è più forte per i ceppi in grado di produrla.
Figura 3 – Fattori di virulenza di Helicobacter pylori
Inoltre, gli studi attuali, suggeriscono che meno del 20% di tutti i pazienti infetti svilupperà conseguenze dalla loro infezione.
Anche se si stima che il 50% della popolazione mondiale è infetto da H. pylori, solo una piccola percentuale di pazienti infettati sviluppa patologie gravi, quali ulcere (10% -15%) e adenocarcinomi allo stomaco (meno dell’1%).
Pertanto, è bene riconoscere che Helicobacter pylori provoca sintomi gravi nel 15% dei soggetti infetti, ma è anche essenziale considerare che nel restante 85% dei portatori di H. pylori, molto probabilmente, il batterio li sta proteggendo dall’infiammazione cronica, un problema crescente nella società attuale.
Considerazioni su Helicobacter pylori
Varie sono le considerazioni da fare riguardo un batterio che ancora oggi divide fortemente le opinioni della comunità medico scientifica.
I valori percentuali sopra riportati suggeriscono che mentre il batterio dimostra di essere rilevante per lo sviluppo di gravi malattie, incluso il cancro gastrico, lo stesso patogeno potrebbe svolgere anche altri ruoli nell’ospite umano.
Infatti, nonostante tali associazioni, il batterio persiste frequentemente nell’uomo senza causare malattia; tale fatto suggerisce che H. pylori potrebbe anche svolgere un ruolo benefico per la salute.
Da quanto detto scaturisce la domanda se l’infezione debba essere considerata una malattia in assoluto oppure se, al contrario, il microrganismo sia dannoso solo in determinate circostanze.
Lo scopo di questo lavoro è di suggerire una riflessione sulla possibilità che le prove attualmente disponibili possano essere a sostegno del fatto che H. pylori possa svolgere anche un ruolo positivo e non solo e sempre negativo.
Infatti, proprio nel momento in cui si iniziava a comprendere quanto fosse determinante H. pylori nel causare patologie nell’uomo, gli studiosi scoprirono che nel tratto digerente umano, la diminuzione di questo batterio poteva correlare in maniera negativa con altre patologie.
Tra queste ultime ci sono l’asma, l’eczema e la malattia da reflusso gastroesofageo, anche se ancora oggi resta da chiarire completamente il meccanismo responsabile.
In corrispondenza di una diminuzione della presenza di H. pylori si è registrato un calo nelle percentuali di casi di ulcera peptica e di tumore gastrico.
Allo stesso tempo, le malattie dell’esofago (inclusi il reflusso gastroesofageo e una forma particolarmente aggressiva di tumore quale l’adenocarcinoma dell’esofago) sono aumentate drammaticamente, e una quantità consistente di prove indica che l’insorgenza di queste malattie è collegata alla scomparsa di H. pylori.
Da questo detto ci poniamo la domanda se la progressiva scomparsa di H. pylori, batterio che vive nello stomaco degli esseri umani da tempo immemorabile, sia un vantaggio o uno svantaggio per la nostra salute.
Se da un lato buona parte degli individui adulti dei paesi in via di sviluppo continuano ad essere portatori dell’organismo, dall’altro questo batterio mostra una prevalenza inferiore nei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti.
Infatti, gli epidemiologi ritengono che nell’ultimo secolo H. pylori stia scomparendo dai paesi industrializzati grazie al miglioramento delle condizioni igieniche, che arrestano la trasmissione batterica, ed all’ampio utilizzo di antibiotici.
La possibilità che questo batterio sia davvero in grado di fornire una sorta di protezione contro le malattie esofagee ha conseguenze significative.
Per esempio, è probabile che si debbano rivedere le terapie antibiotiche che eliminano H. pylori dallo stomaco in modo da garantire che i potenziali danni non superino i benefici.
Mentre l’H. pylori stava scomparendo, sembrava ovvio immaginare che l’ulcera stesse scomparendo e che il cancro allo stomaco stesse scomparendo, e la risposta è affermativa in quanto i tassi di entrambi stavano scendendo.
Allo stesso tempo, i tassi di altre malattie stavano aumentando drammaticamente nel corso del XX° secolo e nel XXI° secolo.
Molti studi dimostrano l’esistenza di una relazione per spiegare il dato: l’H. pylori che vive in qualche modo nello stomaco sembra essere protettivo dell’esofago, l’organo vicino.
Altre evidenze sperimentali dimostrano che H. pylori svolge azione protettiva contro l’asma, che questo organismo “allena” il sistema immunitario in modo da attenuare la nostra risposta agli allergeni.
Anche alcuni studi sui topi hanno dimostrato che se viene somministrato H. pylori a giovani topi, li si può proteggere dall’asma.
Quindi, prima abbiamo scoperto i costi quali ulcere e tumori, adesso, la comunità scientifica, sta scoprendo i benefici apportati da H. pylori.
Ma, nonostante quanto detto, non tutti sono d’accordo sul fatto che H. pylori possa essere utile.
I ricercatori, per capire fino in fondo gli effetti di H. pylori sulla salute, hanno analizzato la complessa rete di interazioni fra questo batterio ed i suoi ospiti, definendo che solo un ambiente digestivo “intossicato” permette la proliferazione di Helicobacter pylori in modo patogeno.
La causa non è quindi la sua presenza, ma la sua eccessiva moltiplicazione in uno stomaco alterato da tossine acide, visto che sappiamo che per avere una buona digestione gastrica ci deve essere un equilibrio tra pH, muco protettivo ed enzimi.
Fattori determinanti che sono cambiati in maniera drastica in questi ultimi decenni sono stati la nostra alimentazione che si è fatta povera, poco equilibrata e poco salutare e l’aumento della quantità di farmaci utilizzati abitualmente.
La mancanza di H. pylori può determinare anche altri effetti fisiologici. Lo stomaco produce due ormoni che influenzano le abitudini alimentari: la leptina, che segnala la sensazione di sazietà e segnala al cervello di smettere di mangiare, e la grelina, che stimola l’appetito.
L’eradicazione di H. pylori con la terapia antibiotica tende ad abbassare la produzione di leptina e ad aumentare quella della grelina. In uno studio, in cui alcuni pazienti si erano sottoposti a una terapia per eliminare H. pylori si è registrato un aumento ponderale maggiore rispetto ai soggetti di controllo.
Conclusioni
I dati riportati pongono l’accento su un aspetto importante e cioè quanto gli eventuali cambiamenti nella ecologia microbica umana contribuiscano ad un fenomeno di crescente “globalizzazione” dell’obesità e del diabete mellito (condizione legata all’obesità) in atto nei paesi sviluppati.
Se tale dato fosse confermato, saremmo senza dubbio costretti a riconsiderare i trattamenti medici a base di antibiotici che eliminano dallo stomaco da H. pylori e che rimuovono batteri importanti anche da altre parti del corpo.
Anche se alcune conseguenze di questa eliminazione potrebbero risultare positive (determinando, per esempio, un minore rischio di tumori gastrici), ci potrebbero anche essere degli effetti negativi.
In futuro, i medici potrebbero riuscire ad analizzare il DNA di un paziente per determinare la sua sensibilità nei confronti di un’infiammazione e il rischio genetico di ammalarsi di diversi tipologie tumorali e, in un secondo momento, potrebbero determinare la combinazione ottimale di ceppi di H. pylori per il paziente ed introdurre i microbi nel suo stomaco.
Oltre quanto detto, i ricercatori potrebbero essere in grado di applicare le loro conoscenze su H. pylori per risolvere altri problemi medici; esattamente come oggi avviene con la neurotossina prodotta da Clostridium botulinum, impiegata in chirurgia estetica, anche la tossina VacA potrebbe diventare il punto di partenza per una nuova classe di farmaci capaci di sopprimere la funzione immunitaria.
Lo studio di questi nostri “antichi compagni di viaggio” apre quindi nuove sfide e fa intravedere nuovi orizzonti per comprendere il funzionamento del nostro organismo, con la prospettiva di ampliare quelli della microbiologia medica.
Allo stato attuale, la comunità medica ha una filosofia unica per tutti: sbarazzarsi prima possibile di H. pylori.
Probabilmente, i medici del futuro conosceranno molte più sfumature su H. pylori, e disporremo di una banca di informazioni molto più ampia.
Tale fonte consentirà forse di capire in quale persona, dovremo liberarcene in quanto più incline a sviluppare ulcere o cancro, in quale persona, potremo lasciarlo in quanto sarà innocuo e, infine, in quale persona che non ce l’ha, dovremo fornirglielo perché a rischio di asma o di malattie esofagee.
Prima che tutto questo si verifichi probabilmente ci vorranno parecchi anni.
Ma, prima di eradicare i batteri, gli effetti benefici di H. pylori e le differenze tra i ceppi dovranno essere studiati più a fondo per essere certi che non si stia eliminando un potenziale alleato che, seppure nascosto, ha vissuto con noi per oltre 58.000 anni.
Sicuramente, non deve sempre allarmare la sua presenza. Tuttavia, nuove evidenze scientifiche suggeriscono che non sia opportuno eradicare il batterio sempre e comunque nelle persone che soffrono di reflusso gastroesofageo e che la presenza dell’H. pylori nello stomaco sia piuttosto normale. Sarebbe quindi fondamentale agire sullo stile di vita e possibilmente limitare la crescita dell’H. pylori e il suo effetto nocivo.
In altre parole, come tutti i batteri, Helicobacter pylori può proliferare in modo eccessivo solo se persistono condizioni non salutari nel sistema digestivo.
Nel caso dello stomaco occorre agire subito con una alimentazione più equilibrata e riducendo l’abuso di farmaci.
In conclusione, possiamo affermare che la presenza eccessiva dell’H. pylori sembra essere una conseguenza iniziale di una gastrite trascurata e non la sua principale causa scatenante.
Giuseppe Chindemi
Fonti
- Bravo D., Hoare A., Soto C., Valenzuela M.A., Quest A.F.G. “Helicobacter pylori in human health and disease: mechanisms for local gastric and systemic effects” World J Gastroenterol 2018 July 28; 24 (28): 3071-3089 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6064966/
- Jawetz, Melnick, & Adelberg’s Medical Microbiology Mc Graw-Hill 28 ed. Cap. 17 p. 268.
- Linz B., Balloux F., Moodley Y. et al. “An African origin for the intimate association between humans and Helicobacter pylori”. Nature 445(7130), 915–918 (2007). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17287725
- Warren J.R., Marshall B.J. “Unidentified curved bacilli on gastric epithelium in active chronic gastritis”. Lancet 1983; 321:1273e5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6134060